IL PASSATO DI VERDURE O LA MINESTRA

IL PASSATO DI VERDURE O LA MINESTRA «Certe cose non vanno elaborate ma semplicemente c***te via». PAROLE: Lo spazio per parlare di ciò che ci conturba.

Oggi prenderemo in considerazione due cibi tipicamente invernali e attualmente alla moda, osannati dai vegani ma apprezzati anche dal popolo rustico, amante della carne: il passato di verdure e la minestra. Naturalmente entrambi composti da verdure ma diversi nella combinazione poiché il primo vuole avere verdure tritate e mescolate in modo da creare una crema vellutata morbida e saporita, il secondo invece le vuole a pezzettoni, immerse in un brodino caldo. Su entrambi è consigliabile una spolverata di parmigiano. Studi recenti (?) dimostrano che questi piatti tipici invernali non siano particolarmente amati dai bambini ed adolescenti (seppur molti costituiscono l’eccezione) e siano particolarmente graditi da anziani e giovani adulti. La spiegazione più logica a tale divario generazionale è stata spesso ricercata nel significato simbolico dei due cibi in questione, difatti il primo riporta ad una condizione di cui bambini ed adolescenti hanno poca esperienza (il passato) e la seconda ad un concetto di ripetizione e di “riscaldamento” (la minestra) le cui dinamiche sfuggono ai soggetti di cui sopra, vuoi per la giovine età, vuoi per inesperienza. I soggetti di questa fascia d’età hanno davanti a sé solo il futuro, che non riconoscono tuttavia come tale poiché è loro solo il presente di ciò che si disvela, i suoi colori, ciò che ha un buon odore. E le verdure non profumano più di tanto, per questo forse si è all’inizio diffidenti nei loro confronti. Come avvicinarsi a qualcosa che non ha odore, quasi incolore, rispetto al resto delle cose zuccherose e sdolcinate che circondano il palato e l’avvenire? Come poter scegliere tra un goloso piatto di pasta asciutta con le polpettine, una minestra insipida o un passato tritato, in cui le verdure usate risultano irriconoscibili?

Come si spiega però che, superata una certa fascia, si scopra il piacere e la raffinatezza, il gusto saggio e delicato, il sapore sobrio e soprattutto la bontà di questi cibi così atipicamente naturali, emblema della genuinità? Non è un mistero. È che con l’avanzare dell’età si acquisiscono nuovi stimoli e desideri da appagare. Succede a volte che si ricordi con nostalgia ciò che ci si è lasciati alle spalle, perché si scopre che il tempo avanza solo in una direzione: avanti. O almeno così dicono. Non si sa se esista l’evoluzione, di certo si sa che non si può tornare indietro, al passato. E l’evoluzione non è sinonimo di tecnologia, anche se ci pervade questa illusione. Andare avanti, nel futuro, ci conduce inesorabilmente verso la natura, quella più profonda di noi stessi e anche organicamente ci si rende conto di essere fatti di carne, acqua e anche spirito. Ed il passato non lo schifiamo più, perchè è ciò che è stato ed è ciò a cui ritorneremo: alla terra, come verdure, più o meno.

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