La Missione

La Missione

Era una splendida domenica di giugno, Teo e Nina si trovavano da pochi giorni in vacanza a Reggio Calabria ospiti dallo zio Gualtiero che, nonostante avesse sempre un gran da fare, quel giorno propose ai nipotini di passare la giornata al Parco Ecolandia, dove di certo si sarebbero divertiti.
I due ragazzini erano entusiasti. Nina, che avendo un debole per la storia aveva appena finito di leggere un libro di archeologia, decise che per prima sarebbero andati a visitare il Forte Gullì, prospettiva che a Teo non piacque affatto ma che si tenne per sé: sapeva bene, per esperienza, che era meglio non contraddire la sorella maggiore.

Lo zio Gualtiero li guidò al Forte, dopodiché li salutò, spiegando che aveva parecchie cose da sbrigare. Raccomandando a Nina di non perdere di vista Teo, disse che sarebbe passato a prenderli più tardi.
I due ragazzini rimasti soli si abbracciarono di gioia, dimenticando per un momento le loro differenti opinioni in merito allo svolgimento della giornata.

Ma il barlume di amore fraterno durò poco e iniziò la visita al Forte.
Nina si incantava di fronte ad ogni pietra snocciolando con entusiasmo tutte le sue conoscenze. A Teo sembravano solo vecchie pietre inutili, ancor di più si incupì quando sentì che il Forte aveva una funzione militare ed era stato usato fino alla 2° guerra mondiale! Ma perché le persone devono fare la guerra, si chiese tra sé. Se lo chiedeva spesso ultimamente, specie quando i suoi genitori litigavano. A Nina invece sembrava non importasse mai nulla di nulla, era più grande e se ne stava sempre a fare la saputella con le notizie lette su Wikipedia da cellulare. Che nervi che le faceva venire sua sorella! Per questo decise di farle uno scherzetto.

Teo indicò un punto a destra del Forte. “Mi sembra di vedere un passaggio segreto”, gridò entusiasta “andiamo a dare un’occhiata!”.
“Buona idea” rispose Nina e si mise a correre per seguirlo, dato che Teo era già sparito dalla sua vista.
Ma girato l’angolo di Teo non c’era nessuna traccia. “Teo!” Nina iniziò a chiamarlo col groppo in gola, “Teo!”, passarono i minuti ma Nina continuava ad essere sempre più spaventata, ma dove si era cacciato quel fanfarone di suo fratello?
A un tratto sentì una risatina e lo vide, Teo, che sghignazzava contro un muro.
“Sei un po’ palliduccia!” la schernì e Nina, presa dalla furia, si tolse lo zainetto e glielo scaraventò contro ma Teo lo scansò al volo e lo zainetto colpì il muro, sbattendo sulle mattonelle e si udì il rumore inconfondibile di un click, come se si fosse attivato un congegno. Infatti il muro si aprì. “Se è un altro dei tuoi stupidi scherzi…” ma Nina non finì la frase, perché la faccia di Teo esprimeva uno stupore tale da non poter dubitare che fosse vero!
Teo, con un mix di fifa e stupore, sporse la testa oltre la soglia che si era appena aperta ma non fece in tempo a scorgere nulla perché la terra cominciò improvvisamente a tremare, “Aiuto!” gridò, mentre precipitava oltre il varco che si era aperto. Nina si precipitò ad afferrarlo ma perse l’equilibrio e anche lei si trovò scaraventata al di là del muro; il varco si richiuse con un tonfo alle loro spalle.

Era tutto buio, Teo e Nina si aggrapparono l’un l’altra, terrorizzati, che cosa stava succedendo? Poi tutto d’un tratto si udirono dei passi pesanti ed un uomo in armatura si avvicinò verso di loro, con una fiaccola in mano. L’uomo non era solo. “Voi due chi siete?”
I due fratelli, spaventati, non riuscirono a dire una parola. “Devono essere due rappresentanti della carovana! A che popolo appartenete?” Non udendo risposta, l’altro li incalzò “Non siete del popolo di Acqua, quelli sono dei colabrodo, non mi sembrate nemmeno del popolo di Fuoco… siete forse Aria, Terra? Avanti parlate!”
“Ma, chi…” balbettò Nina.
“Silenzio!” sentenziò il primo dei due uomini in armatura. “vi porteremo dal Conte Fortinus, di fronte al suo cospetto non potrete negare la verità”, disse l’uomo e afferrati i due ragazzi li spinse bruscamente a camminare, dirigendoli verso l’uscita.
Lungo la strada Teo notò a terra,accanto ad una pietra, un foglio di pergamena arrotolato. Lo raccolse e lo aprì restando senza parole…

Era una mappa antichissima, e quel luogo sembrava proprio il Parco Ecolandia ma… vecchio almeno di mille anni!

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